Decapaggio, elettrolucidatura e passivazione dell’acciaio

L’acciaio è una delle sostanze più comuni al mondo e senza di esso molte industrie e consumatori dei prodotti finiti, non potrebbero avvalersi della sua versatilità. L’acciaio nello specifico è una lega composta da una combinazione di metalli ferrosi, anche se ne esistono diversi tipi a seconda di quali altri elementi vengono utilizzati insieme al ferro. Molti tra l’altro possono essere aggiunti per modificare le proprietà dell’acciaio e l’esatto rapporto di tutti questi elementi ne influenzerà la durezza, la durata, la flessibilità nonché l’aspetto. A tale proposito ecco tre dei trattamenti più comuni dell’acciaio e che sono nell’ordine il decapaggio l’elettrolucidatura e la passivazione.

ll decapaggio dell’acciaio

ll decapaggio dell’acciaio si riferisce a un trattamento utilizzato da molte aziende del settore tra cui la Inox Trattamenti e che serve per rimuovere impurità, ruggine e incrostazioni dalla superficie di un materiale. Durante la lavorazione a caldo, sul metallo si sviluppa infatti uno strato di ossido noto come scaglia, per la natura squamosa del suo aspetto. Prima della maggior parte dei processi di laminazione a freddo, l’acciaio precedentemente trattato con la medesima procedura a caldo, passa attraverso una linea di decapaggio ideale per rimuovere il calcare dalla superficie e renderlo più facile da lavorare. Per ripristinare le migliori prestazioni di resistenza alla corrosione, lo strato metallico danneggiato deve essere rimosso, esponendo una superficie di acciaio inossidabile completamente legata. Per rimuoverlo, il materiale viene immerso in una vasca contenente acido cloridrico o solforico. Per gli acciai che hanno una quantità di carbonio più elevato, è richiesto invece un processo di decapaggio in due fasi con l’utilizzo di acidi aggiuntivi (fluoridrico e nitrico).

L’elettrolucidatura dell’acciaio

L’elettrolucidatura dell’acciaio è un processo di placcatura inversa e che utilizza una soluzione elettrochimica per rimuovere la pellicola esterna di una parte metallica. Il procedimento elimina anche i contaminanti incorporati, la tinta generata dal calore, le incrostazioni di ossido, nonché bave, cavità e altre imperfezioni superficiali che possono compromettere le prestazioni e la longevità del materiale. L’elettrolucidatura dell’acciaio migliora tra l’altro la resistenza alla corrosione, lasciandolo con una finitura brillante e duratura. Il lavoro inoltre può essere eseguito su tutte le varietà di acciaio inossidabile, a differenza della passivazione che conferisce alle parti interessate una resistenza alla corrosione superiore a sé stessa. Le parti sottoposte ad elettrolucidatura sono quindi 30 volte più resistenti rispetto a quelle passivate.

La passivazione dell’acciaio

La passivazione è un processo di finitura dei metalli ampiamente utilizzato per prevenire la corrosione. Nel caso dell’acciaio inossidabile, la tecnica prevede l’utilizzo di acido nitrico ideale per rimuovere il ferro libero dalla superficie. Il trattamento chimico porta di conseguenza alla creazione di uno strato protettivo di ossido che ha meno probabilità di reagire chimicamente con l’aria e causare quindi la tanto temuta corrosione. L’acciaio inossidabile passivato in questo modo resiste molto bene alla ruggine. Dal punto di vista strettamente tecnico, alla domanda cosa significa acciaio inossidabile passivato, la risposta è breve ed esaustiva. Per i produttori infatti, la procedura rappresenta lo standard più utilizzato per il trattamento dell’acciaio inossidabile. Alcune passivazioni servono tra l’altro per la rimozione di ferro esogeno o composti simili presenti sulla superficie di un acciaio inossidabile e mediante una dissoluzione chimica a base acida che rimuoverà la contaminazione superficiale, e non influirà significativamente sul materiale anzi renderà spontanea la formazione del film protettivo.

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